Cambia Milano – Un’altra città è possibile: per le persone non i profitti

Il nostro manifesto per una città più accessibile e sostenibile sotto ogni punto di vista.

Cambiare la scuola per cambiare la città 

La scuola è il luogo da cui ogni società si rigenera, a tutti i livelli, in cui cambia e si evolve. La scuola deve essere dunque il luogo che, a partire dal territorio in cui si cala, cerca di ripensare la società, in ottica di migliorare anche e soprattutto la città e il territorio in cui si inserisce: ma per ripensare la società dalle scuole, è anche necessario che sia la società stessa a rendere le scuole luoghi liberi e sicuri, in cui poter veramente coinvolgere l’intera città per migliorarsi e accrescersi.

Perché le scuole si configurino effettivamente come presidi di cultura a 360 gradi, è necessario intervenire su tutta una serie di barriere che ostacolano l’accesso a questi luoghi, a partire dalla garanzia del diritto allo studio per tuttɜ fino agli aspetti legati alla sicurezza, all’inclusività, alla salute; se è vero che l’autonomia di cui godono i singoli istituti e in secondo luogo le amministrazioni regionali è alla base del pesante divario esistente tra scuole pubbliche e private, del centro e della periferia o delle province, tra licei e istituti tecnici e professionali, ciò significa però che la riforma della scuola può partire anche dal contesto e dalle amministrazioni locali, che già da ora possono intervenire in diversi modi su varie problematiche. 

Università di massa è diritto allo studio

Storicamente l’Università è stata un luogo in grado di azzerare le distanze sociali, in quanto centro della conoscenza e dei saperi e della loro divulgazione, con una propria capacità trasformativa della società e delle differenze sociali. Tuttavia il processo di accesso ai corsi degli atenei della nostra città, e quindi verso un’università realmente di massa e aperta a tuttз, si è parzialmente arrestato, inficiando sulla sua efficacia in questo senso e diventando un problema politico e sociale. 

Per contrastare questa tendenza e rendere nuovamente i luoghi del sapere e della formazione punti di partenza per il cambiamento e l’innovazione nella società, è necessario garantire realmente il diritto allo studio in ogni sua forma, in modo che scegliere di studiare non sia un privilegio, e decostruire le logiche di performatività e competitività che non solo si traducono in un ambiente ostile ed escludente, seriamente dannoso per la condizione psicologica dellз studentз, ma soprattutto reiterano una serie di dinamiche che in alcun modo sono adatte a dare alla conoscenza e alla collettivizzazione dei saperi la centralità di cui necessitano.

Un punto focale per la nostra città in materia di accesso agli studi è rappresentato dal tema dell’abitare: se il mercato degli affitti si fa di anno in anno più insostenibile per lз studentз e le loro famiglie, così come per lз giovani lavoratorз, d’altro canto le residenze dei nostri atenei sono insufficienti rispetto a quella che sarebbe la richiesta e la necessità -indici che l’emergenza COVID ha rimarcato e acuito, date le normative per il distanziamento sociale. Nonostante la situazione sia problematica da anni, non c’è stata alcuna volontà di aumentare i fondi regionali, né in periodo pre-pandemico, né ora e né  durante, mantenendo viva la questione e senza una reale soluzione. 

Diritto alla casa è diritto alla città

Il caro affitti è sempre stato un problema della città, in parte causato negli ultimi anni dalla continua crescita, non regolamentata, degli affitti a breve termine che ha portato alla formazione di interi complessi adibiti a questo scopo, riducendo le abitazioni affittate con locazioni a medio-lungo termine. La mancanza di case e il conseguente aumento degli affitti è da ricercare anche nella mancata risanazione e ristrutturazione della grande quantità di abitazioni esistenti ma in stato di abbandono: la soluzione non è quindi da ricercarsi, anche in una prospettiva ecosostenibile, nella costruzione di nuovi complessi, quando ce ne sono già molti presenti sul territorio.

Il canone concordato si è dimostrato un tentativo di calmieramento dei prezzi più efficace e vantaggioso sui nuclei famigliari che sullɜ giovani, sia fuori-sede sia milanesi: il tema dell’abitare giovanile a Milano è particolarmente critico perché attualmente non esistono situazioni abitative che per fascia di prezzo e per tipo di contratto siano realmente accessibili e tutelanti per giovani che attraversano la nostra città, studiano e lavorano. Questo mette seriamente in discussione la possibilità dellɜ giovani che vivono e vogliono vivere a Milano di emanciparsi, diventare indipendenti ed essere una componente attiva della cittadinanza. 

Socialità senza profitto, si può?

La socialità è una parte fondamentale della vita di unɜ cittadinɜ e Milano, all’apparenza, è una città che facilità la vita sociale grazie alla presenza di numerosi locali, cinema, teatri, centri sportivi e spazi di socialità. 

È però necessario interrogarsi sulla reale accessibilità alla cittadinanza tutta di questi spazi. A partire dai costi che essa presenta, spesso troppo elevati, fino alla quasi impossibilità di trovare uno spazio sicuro tra quelli proposti dalla nostra città, è evidente la mancanza di impegno nell’abbattere questi ostacoli da parte dell’amministrazione cittadina.

Si sta infatti creando, all’interno della città, una spaccatura tra gli spazi di socialità di “chi può permetterselo” e quelli di chi non può; i primi collegati con mezzi di trasporto (anche notturni), presidiati dalle forze dell’ordine, tenuti puliti secondo la logica del “decoro”, i secondi invece abbandonati dall’amministrazione, quando non attivamente ostacolati. 

 Cultura per tuttɜ, è possibile?

Milano è comunemente considerata una città di cultura, grazie alla presenza di numerosi teatri, gallerie, accademie e luoghi della cultura in ogni forma. 

Molto spesso però questi spazi sono difficilmente accessibili a causa del costo elevato di biglietti e abbonamenti; inoltre, la loro numerosità non si traduce in un altrettanto florido mercato del lavoro, che vediamo invece caratterizzato da contratti precari, stipendi non adeguati, e una forte tendenza alla privatizzazione e alla polarizzazione della cultura in pochi centri di eccellenza.

La crisi pandemica e le conseguenti chiusure di teatri, cinema, circoli ci hanno mostrato quanto la cultura e l’arte siano componenti essenziali per la vita e il benessere dei singoli e della cittadinanza tutta, per questo riteniamo necessario abbattere ogni barriera per l’accesso alle stesse. 

Il futuro sostenibile è diritto alla mobilità

Il trasporto pubblico è una componente fondamentale per la qualità della vita, tanto perché un servizio efficiente garantisce il diritto alla mobilità, tanto perché un investimento su di esso può significare un passo decisivo per la transizione ecologica, con benefici per la salute della cittadinanza e della città stessa. 

Per quanto il trasporto pubblico locale su Milano possa vantare una certa efficienza insieme ad agevolazioni interessanti per la fascia giovane, riteniamo che esso possa essere implementato in diversi modi.

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