Oggi è il Primo Maggio, la festa di lavoratrici e lavoratori, una data per ricordare i diritti conquistati in passato e per riflettere sulla situazione attuale del mondo del lavoro; mai come in questo momento storico questi ragionamenti diventano fondamentali.
L’emergenza coronavirus ha mostrato in tutta la sua brutalità i grossi problemi ancora esistenti per lavoratori e lavoratrici: abbiamo visto come dopo lo scoppio della crisi sanitaria e il numero di contagi saliva vertiginosamente, molte aziende sono rimaste aperte sotto le forti pressioni di Confindustria, per garantire agli imprenditori di continuare a guadagnare, senza alcun riguardo rispetto al diritto alla salute. Questo ha portato per esempio nelle provincie di Bergamo e Brescia a situazioni di collasso del sistema sanitario e a una diffusione rapidissima e letale del virus. Delle aziende che non hanno chiuso molte hanno costretto i dipendenti ad andare in ferie e una volta prorogato il lockdown sono cominciati i licenziamenti.
L’Organizzazione Mondiale del Lavoro ha pubblicato uno studio che afferma come in tutto il mondo oltre un miliardo e mezzo di persone non ha in questo momento certezza di reddito e rischia di perdere il lavoro; molti analisti affermano come la crisi che ci prepariamo ad affrontare sarà più grave di quella del 2008, con effetti devastanti, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociali. Le ripercussioni di questa crisi infatti colpiranno tutti gli aspetti della nostra società: si stanno già aprendo in questo momenti questioni fondamentali come quelle del diritto alla casa, del diritto alla salute e il diritto allo studio, con il rischio concreto che i prossimi anni vedano un aumento vertiginoso della povertà.
La soluzione di questa emergenza non è evidentemente facile ma non può che passare da una serie di garanzie e diritti, a cominciare dal diritto al lavoro, che dovrà essere giustamente retribuito e per il quale va garantito il diritto alla salute e la sicurezza; oltre a questo andranno garantite misure per la ripresa e per far sì che anche chi ha perso il lavoro abbia comunque mezzi di sostentamento adeguati. Le misure fin qui presenti come il Reddito di Cittadinanza si sono rivelate già prima della crisi insufficienti, così come i bonus di queste settimane non hanno risolto il problema dell’aumento della povertà nel nostro paese.
La prossima fase sarà complessa e caratterizzata da molte difficoltà; sono necessarie scelte radicali da parte dei decisori politici, che vengano abbandonati gli schemi del passato per i quali al centro dei provvedimenti governativi c’erano gli incentivi alle imprese e agli industriali, che finiscono sempre per avvantaggiare i ricchi e chi detiene i mezzi di produzione. Abbiamo bisogno che al centro dell’azione politica vengano messi gli interessi di lavoratrici e lavoratori e dei subalterni, in generale di coloro i quali stanno già pagando la crisi.
Buon Primo Maggio di lotta, di diritti e giustizia sociale e climatica!
Rete della Conoscenza Milano