Ieri mattina 20000 studentesse e studenti hanno partecipato al Quarto Sciopero Globale per il Clima, una giornata che ha visto più di cento piazze in tutta Italia, in una data emblematica come quella del Black Friday, simbolo del nostro modello di consumo e di quella tendenza sfrenata alla produzione e allo sfruttamento delle risorse che ha causato i danni ambientali che oggi subiamo e vediamo.
Per questo Fridays For Future ha lanciato il #BlockFriday, una giornata nella quale bloccare il sistema per salvare il pianeta, dare un segnale forte alle aziende, alle imprese e alla politica per dire che dopo mesi di manifestazioni vogliamo vedere le risposte alle promesse e ai proclami degli scorsi mesi: non possiamo più aspettare, non c’è più tempo, non possiamo più pensare che questo sistema basato sulla ricerca e la crescita costante del profitto e lo sfruttamento delle risorse sia accettabile.
Per questo ieri abbiamo voluto portare decine di scatole di fronte al temporary store di Amazon in corso di Porta Venezia. Abbiamo rispedito il pacco al mittente, un pacco dentro il quale sono ben visibili lo sfruttamento dei lavoratori, il consumismo, la distruzione dell’economia di intere aree e comunità, il capitalismo finanziario: colossi come Amazon derivano gran parte dei loro guadagni dal non pagamento di tasse, soldi che potrebbero essere utilizzati per quella transizione a un’economia circolare di cui il nostro pianeta ha bisogno.
La giornata è proseguita poi con l’occupazione pacifica di Porta Venezia, dove per due ore abbiamo discusso in diversi tavoli tematici di possibili soluzioni alla crisi climatica e ambientale: abbiamo parlato di cibo, di ecofemminismo, di scienza, così come di giustizia climatica, con studenti, adulti, lavoratori e rappresentanti degli operai metalmeccanici di Pregnana Milanese, a rischio licenziamento da parte della FIAT che investire sulla produzione di motori elettrici, spostando tutta la produzione a Torino.
Studentesse e studenti sono stati ancora una volta protagonisti della piazza, denunciando un sistema scolastico a servizio del mercato del lavoro, l’alternanza scuola lavoro in luoghi inquinanti e dannosi, come alcuni studenti di Lecco, costretti a lavorare in una fabbrica di armi. Gli universitari hanno protestato contro la presenza di privati e multinazionali nei consigli d’amministrazione, presenza che incide sulla libertà della didattica e della ricerca, rinchiudendo i saperi all’interno delle logiche del mercato e del profitto, oltre che per le politiche sugli spazi universitari, che spesso vengono fatte abbattendo aree verdi e cementificando, come nel caso del campus Bassini al Politecnico di Milano.
La battaglia ambientale non finisce, anzi, continua con ancora più forza, ad appena un anno dalla nascita di Fridays For Future, per la giustizia climatica, affinché il costo della transizione necessaria a garantire un futuro a noi e al nostro pianeta sia pagato dai ricchi e i potenti della terra che inquinando si sono arricchiti. Continueremo a vederci nei presidi, nei luoghi della formazione, agli eventi e al prossimo Sciopero Globale per il Clima.
Insieme siamo inarrestabili, un altro mondo è possibile.