Studenti e munizioni: un binomio possibile per qualcuno

Riprendiamo l’articolo dell’UdS Lombardia sull’alternanza scuola-lavoro: non è accettabile che i percorsi di studio siano costruiti non per formare menti critiche per cambiare la società ma per consegnare pochi strumenti utili solo al mondo del lavoro. Il caso di Lecco è emblematico, dove gli studenti del “Grassi” sono costretti a fare alternanza presso la “Fiocchi s.p.a.”, società produttrice di armi e munizioni.

Gli studenti Lecco fuori dalla Fiocchi s.p.a.

Il 31 ottobre scorso l’Unione degli Studenti Lecco ha denunciato gli accordi tra le scuole della città e la Fiocchi S.P.A., un’azienda leader a livello mondiale nella produzione di munizioni.

È inaccettabile che alcuni studenti facciano alternanza scuola lavoro all’interno di un’azienda simile: I saperi non sono mai neutri e la scuola è il primo posto dove si dovrebbe produrre il cambiamento rompendo le contraddizioni del presente. L’8 Novembre ci siamo mobilitato per chiedere a gran voce che gli accordi tra le scuole e l’azienda Fiocchi S.P.A. venissero interrotti, ribadendo la necessità dell’approvazione di un codice etico nelle scuole e a livello nazionale per cessare ogni percorso in aziende che inquinano, sfruttano il territorio o i lavoratori, garantendo una coerenza con il percorso di studio scelto dagli studenti e dalle studentesse lecchesi.

Il valore etico nei percorsi di alternanza scuola lavoro è ad ora completamente ignorato: stiamo parlando di un azienda (la Fiocchi S.P.A.) già finita al centro del dibattito pubblico alcune settimane fa durante l’attacco turco al Rojava perché, come riporta il quotidiano “il manifesto”, esporta armamenti in vari paesi, compresa la Turchia.
Giusto lo scorso 26 ottobre siamo scesi in piazza a Milano insieme a tante realtà sotto lo slogan studenti contro la guerra e una delle nostre rivendicazioni era quella di togliere soldi alla produzione delle armi, favorendo una riconversione industriale, senza dunque licenziare nessuno e stanziare i finanziamenti sul diritto allo studio.

Riteniamo che tutto ciò rappresenti un fatto gravissimo ed è emblematico di cosa sia e cosa rappresenti oggi l’alternanza scuola lavoro, o per meglio dire i PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento).
Il nostro sistema educativo è completamente sacrificato alla logica puramente economica, alle finalità occupazionali ed alle esigenze del mercato. La scuola non sembra abbia più l’interesse di formare persone con pensiero critico in grado di cambiare la società, ma al contrario ci viene insegnato a normalizzare che un’azienda che produce armi possa entrare dentro le scuole per orientare gli studenti.
La subalternità che ha la scuola nei confronti del mercato e dei potenti della terra (così lo abbiamo chiamati nelle nostre mobilitazioni di quest’autunno) deve finire, la scuole devono essere al contrario il motore del cambiamento.
Siamo scesi nelle piazze del Paese dal 27 Settembre, all’8 Novembre fino al prossimo 29 Novembre con un messaggio forte e chiaro: cambiare la scuola per cambiare il sistema.
Le scuole e i luoghi della formazione devono diventare dei laboratori nei quali analizzare la nostra società e il nostro sistema, riflettere sulle problematiche e costruire persone capaci di cambiare un modello di produzione e di lavoro insostenibile.

Rivendichiamo per le nostre scuole di essere maggiormente coinvolti sia nella definizione che nella vigilanza dei percorsi di alternanza scuola lavoro mediante l’istituzione di commissioni paritetiche, composte da metà insegnanti e metà studenti, ad hoc.
Pensiamo inoltre che la didattica nel suo complesso vada ridiscussa non è pensabile che negli ultimi cinquant’anni poco sia cambiato nel “fare scuola”, le lezioni sono sempre frontali e i laboratori sempre inagibili. Riteniamo sia fondamentale per questo la creazione di un fondo destinato alla costruzione di nuovi laboratori e alla messa a norma di legge di quelli esistenti.

Noi non ci stiamo a un modello di scuola che vorrebbe appiattirci all’attuale sistema, vogliamo e rivendichiamo le scuole del futuro.

Cambiare la scuola per combattere il sistema